4 maggio 2012
Rete tuttiidirittiumanipertutti, Centro Sociale rivolta, Welcome Nordest dopo la visita al migrante sopravissuto
Un ragazzo di sedici anni soffocato, due sopravissuti, uno dei quali ricoverato in condizioni problematiche. Non sono i primi ma soprattutto, purtroppo, non saranno gli ultimi a subire la violenza della frontiera.
Il confine dell’Adriatico continua mietere vittime. Ai porti di Venezia, Ancona, Brindisi, poco illuminati dai riflettori della ribalta internazionale, si muore silenziosamente, sotto le ruote di un camion o senza ossigeno nelle stive e nei containers.
Eppure non è un segretola disumanità del trattamento riservato ai migranti che attraversano il territorio ellenico. Così, le rotte disegnate nelle carte navali che guidano il viaggio delle imbarcazioni tra la Grecia e l’Italia, sembrano sempre meno percorsi neutrali in cui si consumano tragedie e violazioni dei diritti.
Grecia ed Italia: complici nella morte di centinaia di migranti che cercano di superare i respingimenti illegittimi, così come sempre più drammaticamente accomunate dallo scenario di crisi e dalle politiche di austherity che le attraversa.
Non sarà allora un caso che proprio i due paesi europei in cui è più basso il livello di protezione per i migranti (o meglio più alta la violenza esercitata sui loro corpi) siano anche i due paesi su cui in maniera più brutale la crisi sta schiacciando la vita di migliaia di persone.
C’è un nesso inscindibile tra la gestione della crisi e la violazione dei diritti che sulla vita di quei ragazzi che provengono dall’Afghanistan si rivela in tutta la sua crudeltà.
Quelle morti, la violazione delle norme sulla protezione internazionale, i respingimenti illegittimi, la guerra ai migranti in fuga, non sono altra cosa, ma anzi l’esempio più lampante della degenerazione delle democrazie di questi due Paesi.Ieri, con una conferenza stampa/presidio improvvisato davanti al Porto di Venezia le associazioni hanno denunciato quanto ancora silenziosamente al Porto accade.
fonte: meltingpot.org