Ue: l’immigrazione nel documento conclusivo del Consiglio europeo
Prevenire e contrastare l’immigrazione irregolare per evitare tragedie umane e ridistribuire i richiedenti asilo tra i paesi dell’Unione europea secondo un meccanismo di tipo volontario. Queste alcune delle decisioni approvate dai capi di Stati e di Governo presenti al Consiglio europeo che si è chiuso lo scorso venerdì 19 giugno.
In tema di immigrazione, il testo sottoscritto dai 27 paesi membri Ue afferma che i flussi di immigrati irregolari che riguardano soprattutto i paesi che si affacciano sul Mediterraneo quali Cipro, Grecia, Italia e Malta necessitano di una “risposta europea determinata, ispirata ai principi di fermezza, solidarietà e responsabilità condivisa”.
Per quanto riguarda l’asilo, “il Consiglio europeo sollecita il coordinamento di misure volontarie per la ridistribuzione interna dei beneficiari di protezione internazionale e delle persone altamente vulnerabili presenti negli Stati membri esposti a pressioni specifiche e sproporzionate”. Su questo aspetto i capi di Stato e di Governo dei 27 accolgono con favore l’idea della Commissione di avviare un progetto pilota a Malta per sperimentare l’introduzione di un sistema volontario di suddivisione dei richiedenti asilo e esortano “il Consiglio e il Parlamento europeo a raggiungere un accordo che permetta di istituire rapidamente l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo”.
Tra le attività di contrasto all’immigrazione irregolare, il testo sollecita “la necessità di potenziare le operazioni di controllo alle frontiere coordinate da FRONTEX, di definire chiare regole d’ingaggio per il pattugliamento congiunto e lo sbarco delle persone soccorse in mare e di fare maggior ricorso a voli di rimpatrio congiunti”. E chiede inoltre “un forte intervento per lottare efficacemente contro la criminalità organizzata e le reti criminali dedite alla tratta di esseri umani”.
I 27 paesi membri sottolineano la necessità di rafforzare “la cooperazione con i principali paesi di origine e di transito” e considerano una priorità la conclusione dei negoziati sugli accordi di riammissione dell’Unione con paesi quali la Libia e la Turchia.
Infine il Consiglio europeo esorta l’Unione a preparare un nuovo programma quadro pluriennale in materia di libertà, sicurezza e giustizia.