Norme restrittive e in contraddizione con il Testo unico
Il Tar del Lazio ha accolto la domanda di sospensiva del decreto flussi per l’anno 2008 sul ricorso promosso da Inca-Cgil e con l’intervento della associazione Progetto Diritti, assistita dagli avvocati Maria Rosaria Damizia e Arturo Salerni. «Il decreto è stato sospeso nella parte in cui non mette nelle condizioni gli stranieri privi di carta di soggiorno di assumere altri cittadini stranieri». E’ la prima volta che succede.
La Cgil e il patronato Inca avevano infatti presentato il ricorso contro il decreto flussi 2008 alla fine dell’anno. La decisione inedita è stata spiegata durante una conferenza stampa prima di Natale alla quale hanno partecipato oltre alla segretaria confederale della Cgil Morena Piccinini e Piero Soldini, coordinatore politiche immigrazione Cgil, anche gli avvocati Vittorio Angiolini e Luca Santini che hanno curato l’impugnazione al Tar, il Tribunale regionale del Lazio per ottenere l’annullamento parziale del decreto flussi per l’anno 2008.Il patronato della Cgil ha preso questa decisione perché in base alla struttura dell’ultimo decreto flussi stabilito dal governo non è possibile rispettare la delega e il mandato che migliaia di lavoratori immigrati e di datori di lavoro immigrati hanno dato alle loro strutture per ottenere il nulla osta per le assunzioni di lavoratori immigrati.
Gli avvocati hanno spiegato che l’ultimo decreto flussi introduce norme restrittive e in particolare in contraddizione con il Testi unico sull’immigrazione.
Uno dei motivi di critica riguarda per esempio il riferimento alla Carta di soggiorno e ai tempi strettissimi durante i quali i datori di lavoro immigrati dovranno presentare le loro domande (entro il 3 gennaio). L’avvocato Angiolini ha spiegato che «i datori di lavoro stranieri che pur in possesso del titolo per lungo soggiornanti dovessero omettere entro il 3 gennaio 2009 di manifestare il proprio interesse all’assunzione perderebbero il diritto di assumere il lavoratore a suo tempo richiesto». Non è possibile avere dati precisi su quanti datori di lavoro stranieri siano interessati alla sentenza, forse non sono molti ma «è soprattutto un’affermazione di un principio di non discriminazione anche perchè la stessa legge Bossi-Fini consente condizioni paritarie. Auspichiamo ora che il governo prenda le misure correttive. Sarebbe opportuno che prendendo atto della sentenza applicasse le misure correttive, così da chiudere la vertenza»
In pratica secondo gli avvocati dell’Inca Cgil le norme che sono state introdotte nel decreto flussi sono inutilmente restrittive e appaiono perfino discriminatorie nei confronti dei datori di lavoro stranieri.
Visto che ora il Tar ha accolto il ricorso, si aprono scenari inediti e prima di tutto è quasi scontato che si dovrebbero riaprire i termini del decreto flussi.