Shahzad: la Cassazione conferma la condanna del padre dell’omicida

È stata confermata ieri dalla Cassazione la condanna a dieci anni di reclusione per Massimiliano Balducci, l’uomo che nel settembre 2014 istigò il figlio, allora minorenne, a picchiare, fino poi a ucciderlo, Muhammad Shahzad Khan.

Shahzad, 28enne pakistano, la sera dell’omicidio vagava per le strade di Torpignattara recitando le sure del Corano, quando fu ucciso a calci e pungi da un diciassettenne romano incitato dal padre che, dalla finestra della propria abitazione, urlava “Picchialo! Ammazzalo!”. Per questo i giudici, in base alla ricostruzione dei fatti offerta nel procedimento, hanno condannato in via definitiva l’uomo per concorso in omicidio preterintenzionale.

La vicenda dell’uccisione di Shahzad è una di quelle che più drammaticamente hanno segnato negli ultimi anni la vita della capitale, colpendone l’immaginario e animando il dibattito intorno a temi come convivenza, razzismo, conflitto ed emarginazione in uno scenario sempre più multietnico. Gli avvocati di Progetto Diritti Mario Angelelli, Arturo Salerni e Luca Santini, che hanno rappresentato la famiglia di Shahzad costituitasi parte civile nel processo, esprimono soddisfazione per questa importante pagina di giustizia che ha fatto luce su circostanze e responsabilità della fine di una giovane vita spezzata con indicibile brutalità.

 

 

 

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