La lotta di Progetto Diritti contro lo sfruttamento lavorativo è una lotta che dura da diversi anni, è una lotta quotidiana e possiede vari fronti. Dalle terre del sud Italia martoriate dai malgoverni (da Rosarno a Catania), fino ai campi intorno dell’Agro Pontino (scenario di un iper-sfruttamento «feudale» a pochi chilometri da Roma).
Progetto Diritti ha elaborato anche un vademecum legale contro lo sfruttamento (che si può scaricare qui) e che è stato distribuito nei luoghi dello sfruttamento dei braccianti.
Da qualche tempo siamo impegnati, con il nostro supporto legale, nel progetto Radix alle radici del problema che come recita il sito: «si pone l’obiettivo di offrire alternative sostenibili al lavoro irregolare, contrastando il fenomeno dello sfruttamento in agricoltura di cittadini di paesi terzi […] Al fine di favorire l’emersione del fenomeno il progetto attiva campagne di sensibilizzazione delle comunità locali e crea una rete di Sportelli in Agro Pontino e a Roma».
Il nostro supporto legale, che opera sul territorio e a Roma, è curato dagli avvocati Silvia Calderoni, Mario Antonio Angelleli e Arturo Salerni che, agendo spesso direttamente sul territorio interessato, si trovano ad affrontare casi di sfruttamento anche estremi.
Come infatti ci ha raccontato Silvia Calderoni: «Ogni volta che ci troviamo a parlare con qualcuno dei braccianti, quello si apre davanti a noi è un paesaggio in cui lo sfruttamento lavorativo è la norma, non l’eccezione».
Prosegue Calderoni: «I lavoratori provengono tutti dalla comunità indiana, che è una comunità piuttosto chiusa e si trova a confrontarsi, da sola, con un vero e proprio sistema. Per lo più i lavoratori si rivolgono a noi avvocati perché non vengono pagati, ma quello che scopriamo quando andiamo ad approfondire la questione è che i braccianti lavorano in condizioni di estremo sfruttamento. Senza alcuna garanzia, senza protezioni, completamente in balia dei padroni, padroncini e caporali (che spesso sono indiani)». I casi sono stati tanti spesso segnalati anche dalla stampa (qui, qui, e qui con il nostro Arturo Salerni) anche grazie all’ottimo e coraggioso lavoro di Marco Omizzolo.
Silvia Calderoni sul territorio ci va spesso e consiglia a tutti di farci un giro nei campi intorno a Latina, soprattutto perché: «Così ci capisce che cosa significa avere tutti i giorni il pomodoro fresco sul tavolo». Due casi, tra i tanti, ci segnala Calderoni. Quello (atroce e che dà l’idea del passaggio di sfruttamento intenso del territorio e dell’impunità che lo circonda), che è un caso piuttosto noto, del bracciante picchiato e gettato nel canale dai padroni (qui) e quello di una donna che ha subito un infortunio grave sul lavoro e a cui sono stati negate sia la possibilità delle cure che il giusto indennizzo. «Non si tratta di casi eccezionali, ma della norma», continua Calderoni «Quello contro cui ci troviamo ad operare è un vero e proprio sistema che ha proliferato grazie all’assenza di diritti e di sindacati».
Ben venga dunque il progetto Radix, come ci dice Eva Tennina (che per Progetto Diritti si occupa di progettazione, sui territori e internazionale): «Dopo una lunga attesa il progetto è partito, permettendoci di continuare ad occuparci di un tema a noi caro come quello della lotta allo sfruttamento lavorativo dei braccianti».
Continua Tennina: «Progetto Diritti onlus da sempre informa, orienta e assiste vittime e potenziali vittime di questo sistema, lo ha fatto 11 anni fa con i braccianti di Rosarno e continua a farlo con il lavoro quotidiano di operatori e operatrici socio-legali, avvocati e avvocate dei nostri sportelli, organizzando incontri di formazione e sviluppando sinergie e collaborazioni con sindacati e associazioni del territorio che si battono quotidianamente per far rispettare i diritti delle persone».
La situazione è complicata, come ci ha testimoniato Calderoni ma noi ci siamo, dice Tennina: «Negli ultimi anni abbiamo lavorato per migliorare l’accessibilità delle informazioni, condividere competenze e strumenti di contrasto allo sfruttamento lavorativo, l’abbiamo fatto occupandoci dell’Agro Pontino, con lo sportello di Terracina nell’ambito del progetto Get AP! e nel Sud Italia, grazie allo sportello di Catania per il progetto Open Fields. Radix ci permette di rafforzare la rete con gli altri sportelli nel territorio di Roma e dell’Agro Pontino, di intensificare una corretta informazione a chi subisce una condizione di ricattabilità e precarietà e di garantire il supporto legale a chi vuole denunciare una situazione di sfruttamento».
La lotta allo sfruttamento continua…
RADIX – alle radici del problema CUP: I89G21000010007, Il progetto è finanziato con fondi FAMI 2014-2020 OS2 ON2, Annualità 2019-2021, si pone l’obiettivo di offrire alternative sostenibili al lavoro irregolare, contrastando il fenomeno dello sfruttamento in agricoltura di cittadini di paesi terzi.