Si terrà il 12 aprile la prima udienza d’appello del Processo Condor presso l’Aula Magna della I Corte di Assise di Appello di Roma, in via Romeo Romei 310. Il Plan Condor era l’organizzazione criminale multinazionale finalizzata alla sparizione di persone che fu messa in atto dalle dittature militari che controllarono i governi di Cile, Paraguay, Uruguay, Brasile, Bolivia e Argentina negli anni ’70-’80.
Il processo svoltosi in Italia era stato istituito per far luce sull’uccisione e la sparizione in quegli anni di 43 cittadini, di cui 23 di nazionalità italiana. Dopo un lavoro quasi ventennale di ricerca e analisi comparativa delle fonti, ascolto dei test, esame delle sentenze dei tribunali esteri e due anni di udienze dibattimentali, il 17 gennaio 2017 si era giunti alla sentenza di primo grado con otto ergastoli e diciannove assoluzioni. Una sentenza storica che ha riconosciuto, per la prima volta in Europa, la colpevolezza dei capi militari e politici dell’Operazione Condor. Tuttavia molto avevano pesato, soprattutto per i familiari delle vittime che da quarant’anni attendono giustizia, le assoluzioni, prima fra tutte quella di Jorge Néstor Tróccoli Fernández, italo-uruguayano, unico imputato non contumace e residente in Italia (si era rifugiato qui proprio per sfuggire alla giustizia del suo Paese), all’epoca Capo dell’S2 del Fusna, il braccio operativo dell’intelligence uruguayana.
L’appello è stato proposto, oltre che dai difensori degli imputati condannati, anche dalla Procura della Repubblica di Roma e dai legali dei familiari delle vittime, fra cui Mario Angelelli e Arturo Salerni di Progetto Diritti, per arrivare ad affermare la colpevolezza anche degli imputati assolti in primo grado.