Il loro scopo è quello di aiutare le proprie famiglie nei paesi d’origine – Nel 2000 le rimesse degli immigrati nei paesi d’origine erano quasi 600 milioni di euro ma negli ultimi anni è aumentato in modo esponenziale fino ad arrivare nel 2011 a mandare a casa quasi 7 miliardi di euro. In un momento di crisi economica profonda, gli immigrati stringono ancora di più la cinghia e continuano nel loro scopo: quello di aiutare la famiglia che è rimasta all’estero.
I dati sono stati elaborati dalla Fondazione Leone Moressa, specializzata in economia dell’immigrazione, che ha presentato ieri tutti i numeri delle rimesse degli stranieri. Ed i numeri sono dalla loro parte. Anche se in leggera flessione ultimamente, ogni immigrato manda mediamente a casa 1.508 euro all’anno soprattutto da Roma e da Milano, dove sono concentrati il maggior numero di immigrati e dove esistono vere e proprie comunità di stranieri. Dal 2000 ad oggi la crescita delle rimesse procapite è più che triplicata, passando dai 463 euro alla cifra attuale.
Secondo la Fondazione Leone Moressa, le rimesse degli emigranti costituiscono uno dei fattori che possono portare alla crescita delle economie più arretrate, in quanto il denaro viene inviato direttamente alle famiglie che vivono in uno stato di bisogno. Aumentando il loro potere d’acquisto si ottiene una forma di intervento sicuramente più efficace e più utile rispetto ai tradizionali aiuti umanitari.
Oltre un quarto del denaro che esce dall’Italia è localizzato nel Lazio (28,7%), seguito da Lombardia e Toscana che si collocano, rispettivamente, seconda e terza in questa classifica (19,3% e 8,8%). La regione Lazio primeggia anche per la consistenza delle rimesse rapportate al Pil da essa stessa prodotto (1,06%) e per la somma complessiva portata fuori da ciascun residente nella regione (3.678 €). Valori al di sopra della media nazionale di 1.508 €, si registrano tra le rimesse pro capite delle regioni Campania (2.263 €), Sardegna (2.057 €), Sicilia (1.810 €), Toscana (1.663 €) e Puglia (1.661 €). Gli aumenti più consistenti nelle rimesse nel periodo 2009-2010 hanno riguardato invece la Puglia, l’Emilia Romagna, la Basilicata e l’Abruzzo.
Giovedì, 19 Aprile 2012