ATENE – Il premier greco Giorgio Papandreou ha difeso con forza in parlamento la legge che concedera’ la cittadinanza agli immigrati di seconda generazione, affermando che piu’ che per l’afflusso degli stranieri la cultura e il modello di vita greco ”soffrono per le 4-5 ore che noi e i nostri figli trascorriamo davanti alla tv”.
La proposta di legge presentata dal governo, e che e’ gia’ stata parzialmente corretta per tener conto di alcune critiche dell’opposizione, prevede che i figli degli immigrati possano acquisire la cittadinanza se hanno studiato nel paese per almeno sei anni. I loro padri che abbiano lavorato legalmente per cinque anni in Grecia potranno essere naturalizzati.
Papandreou, intervenendo ieri sera in un dibattito parlamentare voluto dal partito di estrema destra Laos, ha ricordato che in Grecia vivono oggi legalmente 550.000 stranieri. ”Non possiamo negare loro la partecipazione nella nostra societa”’ ha avvertito, pena ”ineguaglianza e corruzione”.
E rispondendo ai timori secondo cui il crescente afflusso di stranieri diluirebbe le radici della cultura e della civilta’ greche, il premier socialista ha chiesto e ha risposto: ”Che significa essere Greco? Democrazia, eguaglianza, umanita”’. Ed ha continuato: ”Crediamo cosi’ poco nella nostra forza, nella forza dell’Ellenismo? La nostra cultura soffre piu’ per le 4-5 ore al giorno che noi e i nostri figli trascorriamo davanti alla tv” che non per il crescente numero di immigrati.
Un sondaggio recentemente pubblicato dal quotidiano conservatore Kathimerini ha rivelato che il 60% dei Greci e’ convinto che vi siano troppi immigrati nel paese e che la loro presenza abbia conseguenze negative sulle condizioni socio-economiche e l’identita’ nazionale.