Il senatùr respinge la richiesta di pugno duro fatta da alcuni esponenti del suo partito dopo i disordini di Milano
E Maroni ipotizza “un nuovo progetto di integrazione: fare politiche di ricomposizione, mantenere insieme la città”
“Lasciamo stare i rastrellamenti a Milano”
Il sindaco Moratti: “Siamo nel libero mercato, non si può impedire la vendita di alloggi e negozi agli stranieri”
Umberto BossiMILANO – “I rastrellamenti lasciamoli stare”. Così Umberto Bossi segretario della Lega Nord e ministro delle Riforme, ha preso posizione contro l’ipotesi di “andare a prendere gli immigrati casa per casa” lanciata da alcuni esponenti del suo partito (in particolare dall’europarlamentare Matteo Salvini) dopo le violenze di sabato in viale Padova a Milano, scoppiate in seguito all’omicidio di un egiziano.
“Avete presente cosa è successo negli ultimi anni – ha aggiunto Bossi – sono arrivate montagne di immigrati e non è possibile continuare così. Anche io critico la sinistra che ha fatto entrare montagne di immigrati senza casa e sono nati quindi i quartieri ghetto. Se Bersani ha ragione vincerà le elezioni, altrimenti le perderà. Però i rastrellamenti lasciamoli stare”.
Contro l’ipotesi del pugno duro si è espresso anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Vanno espulsi i clandestini, ma non si risolve un problema come via Padova, dove “non vedo il rischio di banlieue”, con i blitz e le camionette. La soluzione non è lo stato di polizia, ha detto il titolare del Viminale al Corriere della Sera, illustrando quella che sembra una vera e propria svolta nelle politiche del governo: “E’ importante evitare che una zona di città diventi estranea a chi ci vive, una sorta di territorio separato, di zona franca”, ha detto il ministro leghista che ha illustrato “un nuovo progetto di integrazione: adesso bisogna gestire, fare politiche di ricomposizione, mantenere insieme la città. E quando serve, intervenire. Mi piace parlare di ristrutturazione, ma senza interventi repressivi. Non serve incendiare le piazze”. Per questo Maroni convocherà una riunione con “il Welfare, le Regioni, i Comuni, il volontariato, per affrontare questo tema”. Perché, ha ammesso il ministro, “ci sono molti immigrati regolari che vivono ancora una condizione di estraneità. Oltre al permesso di soggiorno, al lavoro, alla casa, ci sono altre condizioni che oggi mancano per l’integrazione”.
E agli esponenti della Lega che propongono di impedire la vendita di case agli stranieri, il sindaco di Milano Letizia Moratti ha ricordato che “siamo in una società fatta di libero mercato”. In un’intervista con Maurizio Belpietro, a Mattinocinque, il sindaco ha sottolineato che “lo stesso problema c’è con i negozi ma esiste una legge fatta dal ministro Bersani che li liberalizza e quindi non è possibile intervenire per bloccare l’apertura di un negozio”. Il sindaco ha anche detto di aver parlato con Berlusconi: “Gli ho chiesto quanto avevamo già concordato, cioè un significativo rinforzo di uomini delle forze dell’ordine per Milano. E Maroni – ha detto la Moratti – mi ha garantito che un primo contingente di polizia arriverà fin dai prossimi giorni”.