Ritardi enormi per le quote di stranieri regolari previsti dal decreto del 2007
Ed ora è stato introdotto anche il reato di clandestinitàDl flussi, un anno e mezzo di ritardo ed ora la colf rischia l’arresto
di VLADIMIRO POLCHI
ROMA – “Un anno e mezzo di telefonate, attese, file e ancora nulla”. Andrea T. è un giovane regista romano. Da anni combatte coi decreti flussi. “La mia via crucis è cominciata col click day del 15 dicembre 2007. A oggi ancora non sono riuscito a mettere in regola il mio collaboratore domestico filippino”. Andrea è preoccupato, anche perché nel frattempo è stato introdotto il reato d’immigrazione clandestina: “E’ assurdo, uno decide di pagare tasse e contributi, ma trova tutte le porte chiuse e ora rischia pure una denuncia per favoreggiamento”. Come lui, altri trecentomila sono in attesa.
Quello del decreto flussi è un viaggio senza fine. Colpa di un meccanismo inceppato, che non può reggere di fronte alla valanga di domande: 741mila nel 2007. La chiamano “lotteria delle quote”: la corsa a un posto da regolare coinvolge ogni anno migliaia di immigrati invisibili. Nel 2007, il decreto ha messo in palio 170mila posti. Com’è finita? Dopo un anno e mezzo, i lavori non sono finiti: mancano infatti all’appello quasi diecimila nulla osta all’assunzione. E questo ritarda i lavori del decreto flussi 2008: finora sono stati rilasciati appena 2.550 nulla osta. Una débacle burocratica.
La colpa? Della lentezza delle direzioni provinciali del lavoro e di alcune questure. Il Viminale ha provato ad accelerare i lavori, ma non tutto ha funzionato. Il buco nero? Roma: in un anno e mezzo, ha coperto solo il 67% delle quote assegnate.
Un passo indietro: col decreto flussi, l’Italia fissa annualmente il tetto massimo (le “quote”) di cittadini extracomunitari, che possono entrare nel Paese per motivi di lavoro subordinato o autonomo. Questo solo sulla carta. In realtà le cose vanno ben diversamente: il decreto è l’unica chance per mettere in regola chi già si trova in Italia. Come? Si presenta domanda d’assunzione, si spera di rientrare nelle quote, si esce dal Paese col nulla osta e si ritorna col visto d’ingresso. È un sistema di porte girevoli: esci clandestino, rientri regolare.
Nel dicembre 2007, l’Italia ha aperto le porte a 170mila lavoratori extracomunitari. Nel 2008, un nuovo decreto flussi ha aperto a 150mila ingressi, ripescando però tra le domande già presentate nel 2007. Come sono andati i lavori? Al 24 giugno 2009 sono 162.876 i nulla osta assegnati e ben 311mila le domande chiuse (per rinuncia del datore di lavoro o perché non ripescabili dal decreto 2008).
Insomma dopo un anno e mezzo dal decreto flussi 2007, i lavori di smaltimento delle pratiche non sono ancora finiti. E ci sono famiglie e lavoratori che aspettano. Questo ritardo ha influito anche sul decreto successivo: qui siamo fermi a 2.550 nulla osta consegnati. Ben pochi, di fronte alle 257mila domande passate da un decreto all’altro. E intanto è legge il reato di immigrazione clandestina.