Democrazia e diritti umani: le minoranze etniche e la questione kurda in Iran

Roma – Via Poli – Palazzo Marini

30 giugno 2011

Decima assemblea annuale di Europa Levante

L’Iran è un paese multinazionale abitato da circa 74 milioni di persone.

I persiani rappresentano circa la metà della popolazione, l’altra metà degli abitanti appartengono a gruppi diversi: gli azeri – il più consistente -, i curdi che rappresentano il 15 per cento della popolazione, gli arabi, i baluci, gli armeni, i turkmeni ed altri gruppi etnici meno numerosi.

In tale realtà multinazionale, nella quale l’espressione dell’identità nazionale dei diversi gruppi non è tollerata ed è vista dal regime come un fattore di insicurezza, si colloca la sistematica violazione dei diritti umani che – dopo più di trent’anni dalla rivoluzione islamica del 1979 – caratterizza la situazione iraniana e che ha subito negli ultimi anni un significativo deterioramento.

Le voci di dissenso e coloro che esprimono la loro distinta identità etnica e nazionale sono identificati come terroristi e separatisti, e contro di loro si dispiega la repressione più feroce.

Le impiccagioni sono sempre più frequenti, specie nel Kurdistan dell’Est.

Le esecuzioni in Iran sono passate da meno di cento nel 2005, ad oltre 170 nel 2006, a 317 nel 2007, a circa 370 nel 2008, secondo i dati forniti dalle associazioni internazionali che si occupano di diritti umani. La tortura è massicciamente praticata.

La questione del rispetto dei diritti umani, la negazione di principi fondamentali della democrazia e l’attacco alle espressioni politiche e culturali dei diversi gruppi etnici non persiani che vivono nel territorio iraniano si intrecciano profondamente e contribuiscono a delineare uno scenario drammatico, che rischia di creare conflitti e sconvolgimenti geo-politici di portata oggi non immaginabile.

Il raggiungimento dell’obiettivo del rispetto delle aspirazioni nazionali e democratiche dei popoli e di quello della tutela dei diritti umani, a partire dal diritto alla vita, si pone come essenziale per una evoluzione pacifica della situazione politica non solo dell’Iran ma di tutta la regione mediorentale.

L’opinione pubblica internazionale, ed in specie quella europea e mediterranea, non può restare passiva di fronte alla realtà di un grande paese, in cui hanno vissuto civiltà millenarie, che oggi rappresenta un esempio internazionale di sistematica discriminazione etnica, religiosa e di genere.

La questione delle minoranze nazionali in Iran è immediatamente collegata alla grande realtà nazionale kurda, la realtà di un popolo che vive diviso tra quattro stati (Iran, Irak, Turchia e Siria) e che subisce costantemente la negazione di propri diritti fondamentali, nella sistematica negazione di quanto previsto dal diritto e dalle convenzioni internazionali.

Le recenti elezioni del Parlamento in Turchia hanno evidenziato la capacità di rappresentanza delle forze politiche del movimento curdo, eppure la soluzione politica e pacifica della questione curda e delle problematiche del sud est dell’Anatolia resta ancora lontana.

In un recente convegno tenutosi a Roma l’associazione Europa Levante ha evidenziato il permanere della costante violazione dei diritti dei minori, gli arresti e le torture, ad opera dello stato turco, che avvicina la realtà kurda a quella palestinese, nonostante il processo di allargamento dell’Unione Europea alla Turchia preveda un percorso di verifica del rispetto dei diritti umani ed in particolare dei diritti politici, sociali, culturali del popolo kurdo, sino ad oggi sistematicamente negati.

La drammaticità della situazione siriana appare oggi in tutta evidenza all’opinione pubblica internazionale, e si collega ai grandi sommovimenti che attraversano oggi (ed hanno attraversato nei mesi scorsi) i paesi del sud del Mediterraneo e delle regioni asiatiche più vicine all’Europa.

Il fiorire dei conflitti impone una presa d’atto ed una riflessione attenta su fenomeni vecchi e nuovi di una regione caratterizzata per altri versi da segnali importanti di cambiamento in una epoca storica segnata da un nuova configurazione delle gerarchie e degli equilibri – economici e politici – a livello internazionale.

L’incontro del 30 giugno 2011 – in occasione della X assemblea annuale di Europa Levante, associazione che persegue l’incontro tra le culture ed i popoli – si svolgerà sul tema “Democrazia e diritti umani: le minoranze etniche e la questione kurda in Iran”: oltre ad essere l’occasione per fornire i dati drammatici che riguardano l’Iran di oggi, la violazione dei diritti umani,  le numerosissime condanne alla pena di morte, la negazione di elementari diritti dei popoli, la drammatica attualità della repressione, delle torture, delle carceri e delle esecuzioni capitali dirette contro gli esponenti dei movimenti e della società civile, attivisti, giornalisti, studenti, uomini e donne, che chiedono il riconoscimento di diritti fondamentali per i loro popoli, esso metterà a confronto esponenti delle minoranze kurde, arabe, beluci dell’Iran e rappresentanti delle associazioni, della politica e della cultura del nostro paese.

Nostro obiettivo non è solo quello – importantissimo – della denunzia, ma è soprattutto quello di stimolare riflessioni e sensibilità nella certezza del fatto che la soluzione delle questioni che agitano i territori a ridosso del nostro continente non attiene a vicende estranee alla costruzione di una Europa moderna, pacifica e democratica.