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  • Devolvi il tuo 5×1000 a Progetto Diritti!

    Perché sostenere Progetto Diritti con il 5×1000?

    Per le attività ed i progetti che portiamo avanti ogni anno

    Ogni anno Progetto Diritti si impegna in attività per la tutela delle fasce più deboli e vulnerabili della popolazione, dalle persone migranti prive di documenti, ai lavoratori agricoli sottoposti a ipersfruttamento, alle persone minori in fuga da guerre.

    Stiamo portando avanti progetti sulle alternative alla detenzione amministrativa delle persone migranti ‘irregolari’ trattenute nei c.p.r.: ci impegniamo per assistere e supportare persone sprovviste di regolare permesso di soggiorno ed esposte al rischio di detenzione amministrativa, accompagnandole nel loro percorso per la regolarizzazione.

    Lavoriamo con braccianti sottoposti ad un feroce sfruttamento, fornendo informazioni, orientamento e assistenza legale.

    I nostri operatori forniscono orientamento e supporto per coloro che richiedono protezione in Italia con incontri di informazione sulle tematiche legate ai diritti, all’asilo ed all’immigrazione.

    Se anche tu vuoi sostenere il nostro lavoro per la tutela dei diritti dei lavoratori e delle fasce sociali meno abbienti , ti basta pochissimo: devolvi il tuo 5×1000 a Progetto Diritti!

  • Visto negato a famiglia bengalese: il Tribunale di Roma accoglie il ricorso dei legali di Progetto Diritti

    Il Tribunale ordinario di Roma, Sezione diritti della persona e immigrazione civile, ha accolto il ricorso proposto dagli avvocati di Progetto Diritti, Mario Antonio Angelelli (Presidente) e Sofia Guerrieri, avverso il provvedimento con il quale l’Ambasciata d’Italia a Dhaka aveva rigettato le domande di visto di reingresso avanzate dalla moglie e dai due figli minori nati a Roma di un cittadino bengalese e per l’effetto ha ordinato il rilascio dei visti in questione. Il ricorrente nel 2014 aveva fatto arrivare la moglie in Italia tramite la procedura di ricongiungimento familiare e qui successivamente erano nati i due figli minori. Alla fine del 2019 tutta la famiglia era tornata in Bangladesh per fare visita ad alcuni parenti ed era rimasta bloccata nel Paese per lo scoppio della pandemia da Covid-19. Quando alla fine del 2020 era stato possibile tornare a viaggiare, il permesso di soggiorno della moglie e dei figli era già scaduto, così il ricorrente era stato costretto a rientrare in Italia da solo; inoltre la moglie, dal febbraio 2020 all’ottobre 2022, era stata in cura per uno stato depressivo che le aveva impedito di viaggiare. Quando erano state presentate le domande di visto di reingresso l’Ambasciata le aveva rigettate per “mancanza dei requisiti prescritti dall’art. 8 commi 3 e 4 del DPR 394/99, nonché dal decreto interministeriale n. 850/2011, in quanto risulta aver lasciato il T.N., di risiedere in Bangladesh e di essere sprovvisto di permesso di soggiorno valido”, decisione che non aveva tenuto conto né dei gravi motivi che non avevano permesso ai familiari del ricorrente di fare rientro in Italia nei limiti di tempo consentiti, né, tantomeno, del superiore interesse dei minori e dei legami familiari, in violazione delle direttive europee sul diritto al ricongiungimento familiare di un cittadino di un Paese terzo e delle norme poste a tutela del diritto alla vita privata e familiare. La giudice Dott.ssa Silvia Albano, dopo aver ritenuto infondata l’eccezione sollevata da parte resistente in ordine al difetto di legittimazione ad agire del ricorrente, nel merito ha stabilito che deve essere considerato preminente il superiore interesse del minore in quanto principio di ordine pubblico interazionale sancito in primo luogo dalla Convenzione sui diritti del fanciullo stipulata a New York il 20 novembre 1989, ratificata e resa esecutiva in Italia con legge 27 maggio 1991, n. 176. In forza di tale principio “si ritiene che, nonostante il superamento dei termini previsti dalla normativa per l’ottenimento di un visto di reingresso, il diritto all’unità familiare debba trovare tutela attraverso il rilascio di un nuovo visto per motivi familiari ai sensi dell’art.20 D.lgs. 150/2011, in base al quale la sentenza che accoglie il ricorso nelle controversie ex art.30 comma 6 TUI può disporre il rilascio del visto anche in assenza del nulla osta.”

  • Democrazia sindacale e regole sulla rappresentanza: un convengo di dibattito

    Si è tenuta oggi, lunedì 8 luglio, presso il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro il dibattito, promosso dalla confederazione Unione Sindacale di Base e dal Centro di Iniziativa Giuridica Abdelsalam, sui temi della democrazia e della rappresentanza sindacale, per la definizione di nuove regole.

    All’incontro ha partecipato Arturo Salerni di Progetto Diritti.

  • Progetto Diritti contro ogni razzismo

    In riposta alla violenza razzista che ha avuto luogo a Torpignattara, Progetto Diritti partecipa con Arci, Anpi Roma e le comunità solidali del quartiere all’assemblea aperta al Parco Sangalli, oggi pomeriggio, martedì 2 luglio, alle ore 19.

  • Il Naufragio dei Bambini: nessuna assoluzione per chi ha ritardato i soccorsi


    📌 I giornali hanno ribattezzato “naufragio dei bambini” il naufragio nel quale l’11 ottobre del 2013 200 persone, tra cui sessanta bambini, hanno pero la vita. Progetto Diritti si è costituita parte civile al fianco delle famiglie delle vittime, difese dalle e dagli Avv. Angelelli, Salerni, Calderoni, Pasqualino e Nicoletti per supportarle nel percorso di ricerca di giustizia.
    💡 Sui fatti dell’11 Ottobre, il Tribunale di Roma ha dichiarato in primo grado la prescrizione del reato omicidio colposo per l’omissione di soccorso da parte di Capitaneria di Porto e Marina Militare, dato il tempo trascorso. La sentenza contiene una corposa motivazione sull’impossibilità di assolvere gli imputati – […] “le prove assunte suffragano la dolosa omissione ascritta ai prevenuti dalla quale derivava, come evento non voluto, la morte dei migranti”[…].


    📌 Martedì 25 giugno la Prima Sezione della Corte d’Appello di Roma ha respinto l’appello degli imputati e dei Ministeri di Difesa e Trasporti che chiedevano la riforma della sentenza emessa dal Tribunale di Roma. Gli imputati e l’Avvocatura dello Stato chiedevano che la sentenza di primo grado fosse riformata nel senso di una assoluzione piena, che prevale sulla dichiarazione di estinzione del reato. La Corte d’Appello invece ha confermato la decisione, così ribadendo il valore dell’accertamento dei fatti svolto dal Tribunale di Roma.


    💡 La nostra associazione, le nostre avvocate e i nostri avvocati continueranno a stare al fianco delle famiglie delle vittime, con la speranza che, anche grazie a processi come questo, non si assista più a simili tragedie.


    🫵Progetto Diritti si occupa da oltre 30 anni di tutela e assistere chi è vulnerabile. Per devolvere il 5×1000 a Progetto Diritti, compila la scheda sul modello 730 o Unico, firma nel riquadro ‘Sostegno al volontariato’ e indica il codice fiscale di Progetto Diritti: 97086730583

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