Si chiamavano Amadou, Aladjie, Moussa, Ali. Avevano dai venti ai trenta anni. E hanno trascorso i loro ultimi giorni a spaccarsi la schiena per almeno dodici ore al giorno nella raccolta dei pomodori destinati alla salsa che finisce sulle nostre civilissime tavole. La loro esistenza da sfruttati si è conclusa con uno schianto sabato 4 agosto a un incrocio sulla strada provinciale 105 tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri (Foggia). I loro corpi sono rimasti intrappolati in un furgone per il trasporto merci. Altri 4 compagni sono rimasti feriti e sono ricoverati negli Ospedali Riuniti di Foggia. A loro hanno fatto visita in giornata i nostri avvocati Arturo Salerni e Mario Angelelli insieme ai sindacalisti USB fra cui Aboubakar Soumahoro. Subito dopo si sono recati nell’insediamento dei braccianti per assumere la difesa di alcuni dei parenti dei ragazzi deceduti nell’incidente e iniziare a metter in campo tutti gli sforzi per fare luce sull’accaduto, a cominciare dall’accertamento circa le posizioni di ciascuna delle vittime dal punto di vista contrattuale, previdenziale e assicurativo.
Ieri intanto altre dodici persone, anche loro migranti, sono morte nell’incidente stradale avvenuto lungo la statale 16 all’altezza dello svincolo per Ripalta, nelle campagne di Lesina. I loro corpi ammassati nel retro di un furgone con targa bulgara, sono stati a fatica estratti dal groviglio di lamiere.
Una strage che ci mette di fronte all’ordinaria barbarie che si rinnova ogni giorno nei ghetti accanto alle nostre città, nei luoghi istituzionalizzati dello sfruttamento. Una barbarie funzionale alla filiera della grande distribuzione che abolisce l’umanità dei lavoratori non riconoscendoli portatori di dignità e diritti. Anche per questo è importantissimo aderire alla “marcia dei berretti rossi” organizzata da USB per domani 8 agosto con partenza alle 8 dal campo di Rignano. L’obiettivo della lotta rimane la conquista dei contratti, dei diritti e della dignità per tutti i braccianti che lavorano nelle campagne italiane.