fonte: immigrazioneoggi.it
Monitorati piazzali Loreto e Lotto. Cassani, coordinatore progetto: “Non ci sono più le file di migranti, ma solo quelli già contattati per telefono dal datore di lavoro”. Agli sportelli di Sesto San Giovanni, Sondrio e Varese raccolte 300 denunce dal 2004.
Un’unità di strada, con un pulmino, alla ricerca dei lavoratori immigrati invisibili e a rischio di sfruttamento. È l’iniziativa promossa dalla cooperativa Lotta contro l’emarginazione a Milano e provincia.
L’iniziativa è quella di mappare il caporalato nel capoluogo lombardo e cercare di venire in contatto con chi ne è vittima. “Abbiamo già iniziato le uscite in piazzale Lotto e piazzale Loreto – racconta Paolo Cassani, coordinatore del progetto – non ci sono più le file di immigrati, ma solo quelli già contattati per telefono dal datore di lavoro”.
Dal 2004 a oggi ai tre sportelli lombardi dell’organizzazione si sono rivolti circa 300 migranti comunitari e non. Le indagini hanno portato alla denuncia di 500 persone e all’arresto di 52 imprenditori, commercialisti e intermediari. Finora soltanto due processi, che coinvolgevano 19 ucraini e 12 romeni, si sono conclusi con la condanna degli sfruttatori e 39 stranieri hanno ottenuto il permesso di protezione sociale dopo essere stati truffati con la sanatoria del 2009.
Quello del lavoro nero degli immigrati è un fenomeno sommerso. “Per contrastarlo – spiega Cassani – occorre creare una rete tra forze dell’ordine, associazioni e sindacati”. Tra le proposte della cooperativa c’è anche una “Carta di intenti” che, a partire da Milano e poi a livello nazionale, serva da vademecum, soprattutto in vista di eventi come Expo 2015.
(Red.)