Detenuti extracomunitari in Italia oltre 23mila
Dal rapporto associazione Antigone
Da un rapporto dall’Associazione Antigone i detenuti nelle carceri italiane sono 63.460, ben 20mila in piu’ rispetto alla capienza regolamentare. Nel rapporto è indicato come l’alta percentuale di detenuti in attesa di giudizio rappresenta, un’anomalia tipicamente italiana che oggi ha raggiunto livelli inaccettabili, data anche la crescente percentuale di stranieri tra i detenuti, per i quali il ricorso alla custodia cautelare è molto più frequente che per gli italiani.
Gli extracomunitari presenti nei nostri penitenziari sono infatti 23.530, di cui 13.825 in custodia cautelare. Il 58,75% degli stranieri è quindi in carcerazione preventiva contro il 43,77% degli italiani. Le etnie più rappresentate in carcere sono marocchini (4.714), romeni (2.670), albanesi (2.610) e tunisini (2.499).
Il 16,4% e’ accusato di reati contro la persona, il 15,9% per violazione della legge sulle droghe. Oltre 2.000 (2.482) sono gli stranieri entrati in carcere per non aver ottemperato all’obbligo di espulsione.
Il 40% del totale dei detenuti, circa la metà sono stranieri, e sono imputati o condannati ai sensi dell’art. 73 del Testo Unico di disciplina degli stupefacenti, inerente l’acquisto, la ricezione e la detenzione di droghe.
Vi sono regioni in cui il numero dei detenuti e’ quasi il doppio di quello consentito: in Emilia Romagna il tasso di affollamento e’ del 193%, mentre in Lombardia, Sicilia, Veneto e Friuli, si attesta intorno al 160%.
Tra il 1° maggio e il 15 giugno scorsi i detenuti sono aumentati di 1.340 unita’, e dal 1 gennaio di quest’anno, il loro numero risulta aumentato di 5.500 unita’.
Omicidi e furti, pero’, sono reati che risultano in calo e la crescita del numero di detenuti appare una conseguenza di una maggiore repressione penale del consumo e del traffico di droga, dell’immigrazione clandestina e dei recidivi.Per il presidente dell’associazione Antigone, Patrizio Gonnella, le riforme da fare sono tre – ossia ridurre i termini di custodia cautelare per i reati meno gravi, rivitalizzare le misure alternative al carcere e ridurre le pene per chi commette fatti di lieve entita’ in violazione della legge sugli stupefacenti”. Infine commenta, che con il reato di immigrazione clandestina, ad esempio, “vi sara’ prima di tutto oltre ad una congestione giudiziaria, nel giro di uno o due anni anche una congestione carceraria.