Il governo blinda il ddl sicurezza, La Repubblica, 01/07/2009

Entro domani l’ultima votazione che trasformerà il decreto in legge
Ronde, reato di immigrazione clandestina, norme anti-racket per gli imprenditori

Il governo blinda il ddl sicurezza
Posta la fiducia al Senato

ROMA – Ultimo passaggio al Senato per il ddl sicurezza. Come era già successo alla Camera e anticipato da alcuni parlamentari, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha posto la questione di fiducia. Entro domani le tre ultime votazioni, una per ogni articolo, che trasformeranno il ddl in legge.

Il via verso l’ultima votazione. I gruppi di opposizione avevano presentanto 22 pregiudiziali di costituzionalità – tutte respinte – e 160 emendamenti. Il governo ha voluto accelerare i tempi e ottenere la certezza dell’approvazione. Licenziato dal Senato, modificato in parte dalla Camera, il ddl è approdato al Senato per la definitiva acclamazione del testo. “Il governo attribuisce grande importanza a questo provvedimento”, ha detto il ministro Elio Vito.

Il ddl sicurezza. La futura legge sulla sicurezza, dopo l’approvazione alla Camera ottenuta sempre con il voto di fiducia, prevede tra l’altro le ronde e il reato di immigrazione clandestina, passibile di multe da cinque a diecimila euro, con obbligo di denuncia da parte dei pubblici ufficiali, e passa da 60 a 180 giorni il periodo in cui un immigrato potrà essere trattenuto nei centri di identificazione ed espulsione. Costerà 200 euro chiedere la cittadinanza e da 80 a 200 euro il permesso di soggiorno. Una pena fino a tre anni di carcere è prevista per chi affitti case o locali ai clandestini e per insulti a pubblico ufficiale.

Norme anti-racket per gli imprenditori. Vengono inoltre ripristinati i poteri del procuratore nazionale antimafia e inasprito il ’41-bis’ sulla detenzione dei boss mafiosi. Rispetto ad una stesura precedente, torna l’obbligo per gli imprenditori di denunciare i tentativi di racket, pena l’esclusione dalle gare d’appalto, che scatta anche quando la richiesta del pizzo emerga dalle risultanze di un rinvio a giudizio.