Sussiste l’aggravante della finalità di discriminazione razziale quando atti di microcriminalità a danno di stranieri rivelano un atteggiamento spregiativo anche in assenza di esplicite manifestazioni verbali di razzismo

fonte: ASGI

 

Corte di Cassazione, sez. II penale, sent. n. 16328 dd. 3 maggio 2012.

Con la sentenza n. 16328 dd. 3 maggio 2012, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla difesa di un imputato minorenne condannato dalla Corte di Appello di Reggio Calabria, sez. minori, in relazione a tre episodi di rapina e connessi reti di lesioni personali ai danni di alcuni cittadini extracomunitari e per i quali era stata applicata anche l’aggravante della finalità di discriminazione razziale.

La Corte di Cassazione ha respinto l’argomentazione della difesa, secondo la quale l’aggravante della finalità di discriminazione razziale non sarebbe stata sufficientemente provata in ragione dell’assenza di esplicite manifestazione “verbali” di razzismo nel corso delle ripetute aggressioni consumate nei confronti delle vittime. Secondo i giudici di legittimità, invece, la Corte di Appello di Reggio Calabria ha giustamente rilevato la sussistenza dell’aggravante in quanto gli illeciti penali sono stati commessi nei confronti di vittime identificate sulla base di indiscutibili evidenze etniche e che sono state costrette a subire violenze gratuite espressione di un atteggiamento spregiativo eccedente il mero fine patrimoniale.

A cura del servizio ASGI anti-discriminazioni. Progetto con il supporto finanziario della Fondazione italiana a finalità umanitarie Charlemagne ONLUS.