La gestione del CPR di Via Corelli è sotto inchiesta della Procura di Milano, che ne ha disposto un’ispezione a sorpresa, portando alla luce una situazione allarmante che conferma le gravissime e sistematiche violazioni di diritti fondamentali e della dignità delle persone, come più volte denunciato da attivisti e associazioni. Alle accuse di malagestione, nello specifico vengono contestati i reati di frode in pubblica fornitura e turbativa d’asta, si affianca la degradante realtà riscontrata, che non rappresenta un caso isolato ma è la condizione comune dei CPR in Italia.
E’ questo il sistema, che il Governo vuole implementare. Aprire altri CPR e prolungare fino a 18 mesi i termini massimi di trattenimento significa aumentare il numero di persone che verranno trattenute in quelle condizioni inaccettabili senza reato, con inevitabili ripercussioni sul loro stato psico fisico. Bisogna chiudere questi luoghi dove sono negati i più basilari diritti.