Padova – Richiedenti asilo consegnano la petizione #dirittodiscelta al Ministro Riccardi

27 aprile 2012, meltingpot.it

Caro Ministro, noi ne abbiamo raccolte oltre 12.000. Manca solo una firma: la tua!!!

“Caro Ministro, noi abbiamo il sostegno di oltre 12.000 firme, ora manca solo la tua”. Così è iniziato l’incontro ottenuto dal presidio improvvisato a Padova dai richiedenti asilo sostenuti dall’Associazione Razzismo Stop poco prima di un incontro presso la sede del CUAM (Medici per l’Africa) a cui ha partecipato il Ministro Riccardi.

L’incontro con la Ministra Cancellieri si fa attendere così i migranti, insieme agli attivisti dell’Associazione Razzismo Stop, hanno colto l’occasione della presenza del Ministro Riccardi per consegnarli la petizione #dirittodiscelta con cui oltre 12.000 firmatari chiedono il rilascio di un titolo di soggiorno umanitario per i richiedenti asilo provenienti dalla Libia.

Il Ministro alla cooperazione ed all’integrazione non decide, lo sappiamo bene. Una sua firma poco cambierebbe visto che il suo Ministero non è competente a decidere sul tema. Ma troppo spesso in questi mesi, proprio dalla bocca del Ministro Riccardi, sono uscite parole buone per i migranti senza che a queste siano seguiti provvedimenti buoni per le loro vite. Cittadinanza, prolungamento dei permessi, revisione (non cancellazione?) della tassa sui rinnovi, accordo di integrazione, lotta allo sfruttamento nel mercato del lavoro nero, nuovi dispositivi di regolarizzazione, sono stati al centro di prese di parola pubbliche e dichiarazioni di intenti, ma ancora mai (solo in qualche caso con alcuni schemi di decreto) di azioni concrete.
Anzi. Pensiamo agli effetti devastanti che potrebbe avere la modifica (leggesi cancellazione) dell’articolo 18 sulla vita di chi, una volta perso il lavoro, si troverebbe a rinnovare con difficoltà il permesso di soggiorno.

Per quanto riguarda la spinosa questione della cosiddetta emergenza nordafrica la situazione si sta facendo più pesante e di conseguenza un provvedimento sta diventando più urgente, proprio in questi giorni. Si moltiplicano le notizie di responsi negativi da parte delle commissioni territoriali notificati ai richiedenti asilo con la conseguente necessità di predisporre un gran numero di ricorsi, onerosi, spesso presso tribunali distanti dai luoghi in cui gli stessi migranti sono ospitati (questo della competenza territoriale sui ricorsi è un problema aperto non di poco conto).

A volte (non sempre certo) le storie soggettive e quelle dei paesi di provenienza nulla hanno a che vedere con ciò che la normativa sull’asilo “richiede” per la concessione della protezione. Sono storie di persone che avevano scelto di lavorare in un altro paese (in Libia) e che lì hanno perso ogni cosa, così come hanno perso ogni legame con il loro paese d’origine. In Libia intanto si continua a morire (come ci ricorda anche l’Unhcr) con buona pace di chi vorrebbe risolvere “la partita” con un biglietto di ritorno verso l’altra sponda del Mediterraneo.

“E’ un problema che il Governo conosce” ha detto Riccardi. E ci mancherebbe altro, aggiungiamo noi, visto che oltre alla campagna lanciata da Melting Pot insieme a centinaia di associazioni e ad oltre 60 amministrazioni locali, anche altre voci come il Tavolo Asilo, la Croce Rossa, la commissione per i diritti umani del Senato, la rete dei comuni solidali, la Fondazioen Migrantes, hanno chiesto lo stesso provvedimento.

Caro Ministro insomma, quel provvedimento che sembrava intelligentemente auspicabile, oggi appare semplicemente necessario.