Virginia Valente è una storica operatrice dello sportello legale di Progetto Diritti ed è una delle fondatrici del servizio legale fin da quando, nel 1990, lo sportello si trovava nel quartiere di San Lorenzo: «Erano sì altri tempi. C’era una passione nelle cose che si facevano che oggi faccio fatica a vedere, uno sprint speciale dettato dalla militanza politica, sicuramente».
Lo sportello – nato sull’onda del movimento antirazzista sviluppatosi dopo l’uccisione di Jerry Maslo (nel cui ambito è stata creata la Rete Antirazzista) e dei servizi legali popolari di quegli anni – dopo un periodo a Trastevere, si è spostato nel 2007 al Pigneto, dove si trova ora.
In tutti questi anni Vivi (come viene chiamata da tutti Virginia) si è occupata delle questioni amministrative e dei rapporti dei migranti con la pubblica amministrazione: «Ma negli anni ho acquisito una conoscenza sempre più aperta, sempre più vasta: mi sono specializzata sul campo, ecco».
E ora dopo, anzi durante, la pandemia: cosa è cambiato?
«La verità è che allo sportello stiamo facendo miracoli. Puoi venire qui ogni giorno a vedere. Le persone continuano a venire in massa, e per seguire le norme – che tutelano la salute nostra e degli utenti – i tempi di ricevimento si allungano. Sia prima che dopo la pandemia, gli utenti non sono mai mancati, ecco. Stiamo tutti facendo i miracoli, lo ripeto».
Vivi dice la sua anche sulla situazione del quartiere Pigneto cui l’associazione Progetto Diritti è strettamente legata: « Tra la pandemia e la movida stiamo assistendo a una deriva dell’idea stessa dei luoghi di aggregazione. Questo, è logico, succede quanto tutto diventa mercato. Quando eravamo a San Lorenzo non avremmo mai immaginato che il quartiere si sarebbe poi trasformato in quel modo. E invece… In questo senso ritengo che lo sportello di Progetto Diritti sia uno degli argini sociali – insieme a tanti altri nel quartiere – nel paesaggio complicato del Pigneto».