IL RAPPORTO CARITAS/MIGRANTES

I nuovi flussi si orienteranno verso i paesi asiatici. Attualmente, a livello mondiale, la massa umana che si sposta ammonta a 214 milioni di persone. In Italia sono 5 milioni e mezzo, il 51,8% sono donne, e gestiscono 228 mila imprese contribuendo con 7 miliardi di contributi pensionisti.I lavoratori stranieri sono un decimo della forza lavoro ma per la crisi incidono per un quinto sui disoccupati

di VLADIMIRO POLCHI da www.repubblica.it del 27.10.2011

ROMA – Parlano romeno, albanese, arabo e cinese. Costituiscono un decimo della forza lavoro del nostro Paese, pagano 7 miliardi di contribuiti pensionistici, gestiscono 228mila imprese, ma non sono impermeabili alla crisi. Eccoli i “nuovi italiani”: cinque milioni e mezzo tra regolari e non. A fotografarli è il Dossier Caritas/Migrantes 2011, giunto quest’anno alla XXI edizione: una sorta di Bibbia laica per chiunque si occupi d’immigrazione in Italia. Centinaia di pagine e tabelle, che si aprono con una notizia: “La Cina diventerà il massimo sbocco per i flussi migratori internazionali, insieme al Giappone, alla Corea del Sud e ad altri Paesi asiatici”.

Mezzo milione di irregolari. A livello mondiale i migranti sono arrivati a quota 214 milioni. E in Italia? Al 31 dicembre 2010, su 60.626.442 residenti nel nostro Paese, i 4.570.317 stranieri (per il 51,8% donne) incidono sulla popolazione per il 7,5%. Nell’ultimo anno l’aumento, nonostante la crisi, è stato di 335.258 persone al netto delle oltre 100mila cancellazioni dall’anagrafe (di cui 33mila per trasferimento all’estero e 74mila per irreperibilità) e dei 66mila casi di acquisizione di cittadinanza. Non è tutto: agli stranieri residenti, secondo la stima del Dossier, bisogna aggiungere oltre 400mila persone regolarmente presenti ma non ancora registrate in anagrafe,