Il ministro annuncia di volersi costituire parte civile contro la donna che accusa la polizia
“E’ solo una clamorosa montatura, fatta anche dalla stampa”MILANO – “Non penso che in Italia ci sia un’emergenza razzismo. Ci sono episodi che vanno colpiti e che saranno colpiti come ci sono delle montature, ad esempio il caso della donna somala, che vanno colpiti allo stesso modo”. Roberto Maroni smorza l’allarme legato ai numerosi episodi di intolleranza razziale che hanno segnato il nostro Paese nelle ultime settimane. Lo fa negando, però, che si tratti di un fenomeno generalizzato. Singoli episodi da condannare ma nessun allarme razzismo, è la tesi del ministro.
“E’ una clamorosa montatura, fatta anche dalla stampa, che non c’entra nulla col razzismo e non c’entra nulla con la prevaricazione della polizia. Anzi – afferma il ministro – direi che è tutto il contrario. La polizia, infatti, ha applicato con rigore la legge. Per questo motivo è stata presentata un querela contro questa signora, alla quale io aggiungerò una richiesta di danni, costituendomi, come ministero, parte civile”.
“Non si può permettere – continua Maroni – che si infanghi la polizia accusandola di comportamenti razzisti. Ed è veramente incredibile che i giornali diano credito a queste affermazioni senza nemmeno riportare correttamente ciò che è stata l’azione della polizia”.
Soddisfatto per l’annuncio del ministro dell’Interno il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri. “Prima di alimentare campagne strumentali sul razzismo – sostiene – ci si ricordi della lunga serie di violenze subite da italiani da parte di stranieri. Le violenze vanno condannate tutte”. “L’intolleranza è intollerabile, chiunque la manifesti, italiano o straniero, ma spesso si montano campagne su menzogne”, aggiunge Gasparri facendo capire di inserire tra questi casi anche l’ultimo denunciato a Ciampino.
“Fa bene ad esempio il Viminale a reagire alla somala che probabilmente mente attaccando la polizia. Tra la sua parola e quella degli agenti non ho dubbio a credere alla seconda. Così come a Castelvolturno prima di parlare di razzismo bisogna far luce tra le cosche di varia nazionalità, tutte da spazzare via, locali o immigrate”, dice ancora Gasparri.
Un plauso all’azione del Viminale è arrivata anche dal sindacato autonomo di polizia Sap. “Lo Stato – dice il segretario Nicola Tanzi – non può permettersi di far passare il messaggio che controllare uno straniero, per giunta con precedenti specifici, sia un atto di razzismo. Altrimenti, si annulla l’attività di prevenzione che nel nostro paese viene considerata prioritaria. Bene fa il ministro Maroni a valutare l’ipotesi di costituirsi parte civile contro la donna somala”.