Il rapporto in Parlamento: nel 2008 “solo” 1.120 vittime
Calo del 7,2% rispetto al 2007, il dato migliore dal dopoguerraInail, morti sul lavoro ai minimi storici. In aumento le malattie professionali
Ma per il sindacato degli edili Fillea Cgil, il 36% dei lavoratori non denuncia gli infortuni
ROMA – Nel 2008, per la prima volta dal dopoguerra, gli infortuni mortali sul lavoro sono scesi al di sotto dei 1.200. L’anno scorso i decessi sul lavoro sono diminuiti del 7,2% fermandosi a quota 1.120, sette casi in meno rispetto al 2007. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Inail presentato in Parlamento. Aumentano, invece, le malattie professionali che salgono del 3,2% con 29.704 casi. Negli ultimi due anni, le patologie denunciate all’Inail sono cresciute di 3mila casi (+11%).
Secondo l’Istituto di previdenza, l’andamento del 2008 non fa che confermare una tendenza che, con l’unica eccezione del 2006, è in corso ormai da molti anni: da un punto di vista statistico l’andamento storico del fenomeno degli infortuni mortali appare ridotto a un quarto rispetto ai primi anni Sessanta. Nel giro di circa 40 anni, infatti, si è passati dal tragico record storico di 4.664 morti sul lavoro del 1963, apice del boom economico, ai poco più di 1.500 di inizio millennio.
Il nemico pubblico numero uno. Quanto ai peggiori pericoli per i lavoratori, il nemico numero uno è la strada colpevole di oltre la metà delle morti bianche.
Dei 1.120 infortuni mortali del 2008, infatti, 335 sono quelli determinati da circolazione stradale in occasione di lavoro (autotrasportatori, commessi viaggiatori, addetti alla circolazione stradale) e 276 quelli in itinere, ovvero sul percorso casa-lavoro e viceversa, accaduti prevalentemente su strada.
Infortuni in calo, ma non per tutti. Gli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail (874.940) sono calati del 4,1% rispetto all’anno precedente (912.410) e del 14,5% negli ultimi otto anni. Il dato assume ancora più rilievo se si considera che, nello stesso arco di tempo, l’occupazione è aumentata dell’8,3%.Il miglioramento, tuttavia, non c’è stato per i lavoratori stranieri, tra i quali si è invece registrato un aumento (+2%) degli incidenti sul luogo di lavoro. Risulta invece sostanzialmente invariato il numero degli infortuni mortali agli immigrati, che rimangono intorno ai 180 casi.
Le malattie professionali. Tra i primi posti in graduatoria risultano i tumori con 2mila denunce pervenute nel 2008: un fenomeno in crescita e non ancora pienamente rappresentato dai numeri. Una particolare importanza stanno infine assumendo i disturbi psichici correlati al lavoro: negli ultimi 15 anni si sono registrati circa 500 casi l’anno, per la maggior parte invididuati come mobbing.
Il bilancio. “Il sensibile miglioramento costituisce un fatto sociale importante, ma dobbiamo continuare, in modo ancora più deciso e strategico, su questa strada” così il presidente dell’Inail, Fabio Sartori, ha commentato i dati. “Nessuno, infatti – ha continuato Sartori – può negare che gli 875mila incidenti denunciati all’istituto lo scorso anno restino sempre una cifra molto elevata”.
La crisi e il sommerso. “Ora che la crisi economica tende a favorire il ricorso al sommerso e, comunque, al lavoro irregolare – ha affermato Gianfranco Fini, presidente della Camera – occorre assicurare il pieno rispetto della normativa sugli infortuni, attraverso l’attuazione di costanti verifiche presso i luoghi di lavoro”.
La patente a punti per l’edilizia. Una delle ipotesi allo studio del ministero del Welfare, Maurizio Sacconi, per contrastare il fenomeno degli incidenti sul lavoro è l’istituzione di una patente a punti per le imprese, a cominciare dal settore dell’edilizia. “Si potrà perdere – ha affermato il ministro – l’abilitazione al lavoro, che potrà essere riacquistata attraverso un percorso di riabilitazione”.
Settore sensibile. Il panorama delineato dagli incoraggianti dati dell’Inail “mostra nel settore delle costruzioni l’altra faccia della medaglia”, ha dichiarato il segretario generale del sindacato Fillea Cgil, Walter Schiavella. A supporto delle sue parole i dati raccolti nella ricerca Fillea e Ires Cgil Il lavoro offeso. Il 36% dei lavoratori intervistati non ha denunciato il proprio infortunio. Ad aggravare la situazione si aggiungono gli innumerevoli ed incalcolabili episodi di incidenti occorsi a lavoratori in nero, spesso passati sotto silenzio. Di questi ultimi appare solo la punta dell’iceberg, ovvero la morte e l’incidente gravissimo. “E’ necessario – ha commentato Schiavella – che tutti facciano la propria parte per fermare questa guerra che si combatte ogni giorno nei cantieri del nostro paese”.