Domani 12 Aprile 2018 si terrà la prima udienza d’appello del Processo Condor presso l’Aula Magna della I Corte di Assise di Appello di Roma, in via Romeo Romei 310. Durante l’udienza hanno chiesto di intervenire in videoconferenza tre dei condannati all’ergastolo in primo grado: l’ex presidente e l’ex ministro dell’Interno della Bolivia Luis Garcia Meza Tejada e Luis Arce Gomez, che già stanno scontando in carcere una condanna all’ergastolo e Francisco Morales Bermúdez Cerruti ex presidente del Perù. Non si esclude la presenza in aula di Jorge Néstor Tróccoli Fernández, italo-uruguayano, unico imputato non contumace e residente in Italia (si era rifugiato qui proprio per sfuggire alla giustizia del suo Paese), all’epoca Capo dell’S2 del Fusna. La sua assoluzione in primo grado è stata fra quelle che hanno pesato di più, accolta con grande dolore e indignazione dall’opinione pubblica in Uruguay.
Dalle 18 nella Sala della Fondazione Basso interverranno, per confrontarsi su Attese e Prospettive del processo d’appello gli avvocati di parte civile Arturo Salerni di Progetto Diritti, Giancarlo Maniga e Andrea Speranzoni, la presidente di ASOFAMD – Associazione dei Familiari dei Detenuti Desaparecidos e dei Martiri per la Liberazione Nazionale della Bolivia, Ruth Llanos (in collegamento via Skype) e Myrtha Guianze, ex procuratore di Montevideo. Modererà l’incontro Jorge Ithurburu, dell’associazione 24 marzo onlus. In America Latina è tanta l’attesa per questa fase del processo. Dalla Bolivia seguiranno l’udienza e l’incontro nella Fondazione Basso in video-collegamento dalle sale di La Razon, quotidiano nazionale, alla presenza dei membri della Comisión de la Verdad, un organo inquirente con il compito di far luce sugli anni bui della dittatura, istituita lo scorso agosto.
Il processo svoltosi in Italia era stato istituito per far luce sull’uccisione e la sparizione in quegli anni di 43 cittadini, di cui 23 di nazionalità italiana nell’ambito del Plan Condor, l’organizzazione criminale multinazionale finalizzata alla sparizione di persone che fu messa in atto dalle dittature militari che controllarono i governi di Cile, Paraguay, Uruguay, Brasile, Bolivia e Argentina negli anni ’70-’80. Dopo un lavoro quasi ventennale di ricerca e analisi comparativa delle fonti, ascolto dei test, esame delle sentenze dei tribunali esteri e due anni di udienze dibattimentali, il 17 gennaio 2017 si era giunti alla sentenza di primo grado con otto ergastoli e diciannove assoluzioni. Una sentenza storica che ha riconosciuto, per la prima volta in Europa, la colpevolezza dei capi militari e politici dell’Operazione Condor. Tuttavia molto avevano pesato, soprattutto per i familiari delle vittime che da quarant’anni attendono giustizia, le assoluzioni.
L’appello è stato proposto, oltre che dai difensori degli imputati condannati, anche dalla Procura della Repubblica di Roma e dai legali dei familiari delle vittime per arrivare ad affermare la colpevolezza anche degli imputati assolti in primo grado.
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