L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è estremamente preoccupato per i pericoli a cui sono sottoposti i civili e in particolare i richiedenti asilo e i rifugiati, molti dei quali potrebbero trovarsi coinvolti nella spirale di violenza che si è innescata in Libia con gli eventi degli ultimi giorni.Al momento l’UNHCR non ha possibilità di raggiungere la comunità dei rifugiati. Negli ultimi mesi l’Agenzia dell’ONU ha tentato di regolarizzare la propria presenza in Libia e questo ha limitato il suo lavoro.
Da fonti terze giungono notizie molto preoccupanti. Un giornalista ha riferito che a Tripoli viene data la caccia ai somali sul sospetto che possano essere mercenari. I rifugiati si sentono intrappolati e hanno paura ad uscire anche se in casa non hanno scorte alimentari.
Prima degli ultimi disordini l’UNHCR aveva registrato in Libia oltre 8.000 rifugiati mentre 3.000 richiedenti asilo erano in attesa di una decisione sul loro status. I loro paesi d’origine sono principalmente la Palestina, il Sudan, l’Iraq, l’Eritrea, la Somalia e il Ciad.
L’UNHCR chiede a tutti i paesi di riconoscere i bisogni umanitari di tutti coloro che fuggono dalle violenze, dalle minacce e dalle altre violazioni dei diritti umani in Libia.