L’Assemblea dei Lavoratori Africani di Rosarno a Roma insieme all’Osservatorio Antirazzista Territoriale Pigneto-Tor Pignattara e alle diverse realtà di lavoratori in lotta, la rete anti-crisi indice per giovedì 24 giugno un
SIT-IN DI PROTESTA CON CONFERENZA STAMPA
a piazza Vidoni, sotto la sede di Confagricoltura (Corso Vittorio Emanuele II, 101), ORE 10:00
A oltre cinque mesi di distanza dalla rivolta dei lavoratori africani, Rosarno continua ad essere ovunque: dalla Puglia, a Castel Volturno, da Cassibile all’Agro Pontino.
Dopo la deportazione degli africani di Rosarno che avevano osato ribellarsi alla violenza e allo sfruttamento, dopo le operazioni di facciata contro il caporalato che pensano di risolvere tutto con qualche arresto, dopo la kermesse sindacale del Primo Maggio promossa con le parole d’ordine di “lavoro, legalità e solidarietà“, dopo le dichiarazioni altisonanti di politici, sindacalisti e categorie, questo è il bilancio per gli africani di Rosarno: tante promesse e nulla di fatto!
Il 27 aprile 2010, in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Valentini, l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Roma, Aurelio Lo Fazio, ha presentato il protocollo d’intesa siglato tra l’associazione onlus “Progetto Diritti” – per conto dei lavoratori africani di Rosarno a Roma – e le associazioni professionali agricole della provincia romana (Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative e Legacoop) per l’inserimento lavorativo regolare nelle aziende agricole laziali.
Una speranza, per alcuni, pochi tra i migliaia che hanno vissuto e continuano a vivere quell’inferno, e che tuttavia acquista il valore di affermare che la lotta paga e chi si ribella ha la possibilità di conquistarsi una vita al di fuori della clandestinità e un lavoro dignitoso e garantito, senza dover ricadere nelle maglie del caporalato.
“Grazie a questa intesa gli extracomunitari passeranno dalla condizione di braccianti illegali e sfruttati, a lavoratori legali e stagionali nelle campagne della provincia di Roma.” così recitava il comunicato diramato nell’occasione dalla Provincia.
Entro 40 giorni dalla stipula del protocollo (7 giugno), tutti quelli con permesso di soggiorno avrebbero dovuto essere impiegati regolarmente, mentre per chi è in attesa di regolarizzazione si sarebbe dovuto programmare l’inserimento.
Ad oggi, questi i risultati: ZERO OCCUPATI e nessun segnale dai rappresentanti istituzionali e padronali che hanno utilizzato il progetto per promuovere la propria immagine pubblica.
Tutto questo a fronte di un decreto flussi che chiama nelle campagne laziali circa 8.000 lavoratori stagionali, di cui 1.300 nella sola provincia di Roma!
Il tempo è scaduto! Quelle promesse non erano una generosa elargizione, ma l’assunzione di responsabilità da parte delle associazioni che rappresentano anche le aziende in cui si realizza lo sfruttamento del lavoro nero nelle campagne.
Chi non vuole essere né assistito né tornare nelle mani dei caporali pretende che a tante parole seguano fatti concreti: un contratto regolare per determinare il proprio futuro come lavoratori e non come servi privi di diritti.
CONTRO LO SFRUTTAMENTO E IL CAPORALATO – LAVORO SUBITO!
OSSERVATORIO ANTIRAZZISTA TERRITORIALE PIGNETO – PRENESTINO www.6antirazzista.net