Se un migrante vuole tornare nel proprio Paese cosa gli impedisce di farlo? Questa la domanda che più frequentemente viene posta quando si parla di migrazioni di ritorno. A questo tema e al progetto Ritorno in Senegal, è dedicato il servizio di Tg2000 del 14 giugno. Ritorno in Senegal, progetto promosso dalle associazioni Roma-Dakar, Progetto Diritti e dall’Institut des droits de l’homme et de la paix di Dakar, vuole rappresentare un ponte ideale e reale fra Italia e Senegal e rendere per la prima volta protagonisti quanti intendono trasferire nel Paese d’origine competenze ed esperienze professionali maturate in Italia.
Come racconta nel servizio l’avv. Luca Santini, le difficoltà che incontra un migrante che desidera far ritorno al Paese di origine sono molte e di varia natura.
La prima è di ordine psicologico, relazionale: il migrante che torna deve rispondere alle aspettative di una famiglia allargata che viveva delle sue rimesse. Nel momento in cui il migrante fa ritorno dovrebbe dar vita a un’impresa, essere capace di produrre reddito per sostenere tutta la famiglia e non sempre questo è possibile.
La seconda difficoltà è di ordine giuridico, innanzitutto rispetto alla perdita dei contributi. Un lavoratore migrante che è stato in Italia tanti anni, versando regolarmente dei contributi, rischia di perdere la contribuzione versata. Secondo i dati dell’INPS il contributo dei migranti ammonta per l’Italia a tre miliardi di euro. Gli Stati che sono stati interessati da fenomeni migratori nel secolo scorso hanno stipulato delle convenzioni bilaterali appunto per garantire delle condizioni particolari di pensionamento ai migranti che tornano. Questa è stata la politica che l’Italia ha perseguito stipulando tantissime convenzioni bilaterali con i Paesi in cui erano presenti gli italiani (Brasile, Australia, Stati Uniti…). Adesso che l’Italia è diventata un Paese d’accoglienza questo processo si è fermato.
Il progetto Ritorno in Senegal ha dalla sua la volontà del governo senegalese di incentivare il rientro dei connazionali che per formazione professionale potrebbero incentivare la crescita e lo sviluppo dl Paese. Il governo senegalese ha fra l’altro messo a disposizione dei fondi per i migranti che però difficilmente vi accedono per problemi legati alla mancanza di informazioni. Per questo l’Agenzia per il ritorno consapevole (nata nell’ambito del progetto) si pone come primo passo per avvicinare i migranti ai fondi messi a loro disposizione, agevolando lo scambio di informazioni e i rapporti con gli organismi competenti.